Hirudo dal Manuale di Famracologia del 1841

º HIRUDO

Mignatta degli ITAL. – Hirudo medicinalis . È questo un animale che appartiene alla classe dei vermi dell'ordine degli anellidi – Ray e Linneo ne formarono il genere anellidi a branchi acquatici.

CARATTERI. Le sanguisughe sono di corpo allungato presso, ottuso nella estremità posteriore e nella anteriore gradatamente ristretto, della lunghezza dei 2 ai 5 pollici, della grossezza d'una penna, nude, molli, sdrucciolevoli, superiormente di colore oliva bruno, con sei strisce bruno gialle alla metà alquanto convesse, inferiormente bigie oscure o giallognole, con macchie nere. Il capo che immediatamente è at taccato al corpo è formato da una aperture traversale, quasi di due lab bra mobili; e di una bocca triangolare di cui ciascun angolo è munito di un dente.

PROVENIENZA. Trovasi nelle acque stagnanti o di lento corso, ombreggiate, nelle paludi della Germania e particolarmente dell'Ungheria.

FIGURA – Storia naturale di Knolz – Trattato sulle sanguisughe e sul loro uso medico, Vienna 182o con due rami. – La sanguisuga medicinale rappresentata dal dottor Otto, con 7 tavole litografiche, Weimarr 1855. – Sulle sanguisughe usate in medicina; del dott. Fischer I. R. Consigliere e professore nell'Università di Vienna; ed il Giornale Austriaco ultimo fascicolo, Vol. 9 pag. 4o7 con figura. -

SOSTITUZIONE. – Colla sanguisuga cavallina detta Hyrudo sanguisuga, e colla sanguisuga comune detta Hyrudo octoculata. - I 48 4

METODO DI CONSERVAZIONE – Conservare le sanguisughe in un grande recipiente di vetro il cui fondo sia coperto con uno strato di rena mista a piccola quantità di polvere di carbone, il quale riempito per la metà di acqua di fiume, che si avrà la diligenza di rinnovare di spesso, e ricoperto da una tela poco fitta, da un velo o da una carta fo rata, dovrà esser conservato in un luogo fresco ed assai temperato. – Si trovano molte maniere di prescrizione intorno alla cura e conserva zione delle mignatte nelle Notizie di Froriep 1825 Vol. 5. N. 19 e nel Giornale di Smith 1854. N. 1o. pag. 124 e 126. –Secondo Cavaillon il carbo ne animale polverizzato è da preferirsi di gran lunga al vegetabile per la conservazione delle sanguisughe, soltanto deve essere questa polvere antece dentemente lavata per privarla della sostanza solforosa che potesse contenere. (Giornale di Chimica Medica 1854 agosto; e Giornale di Smith 1855. N. 8. pag. 256). Per servirsi di nuovo delle sanguisughe già usate bisogna com spergerle appena distaccate superiormente di sale polverizzato, col qual mezzo esse in breve rigestano il sangue succhiato, dappoi si lavano repplicatamente con acqua, indi si conservano in acqua dolce da rinno varsi ogni due o tre giorni. Le sanguisughe così trattate si appigliano secondo le mie repplicate esperienze subito ancora dopo 24 ore. La perdita del sangue succhiato dalle parti posteriori ha per conseguenza la lassezza e la morte dell'insetto. Il conspergere con sale polverizzato le sangnisughe è anche il miglior mezzo onde esse prontamente si distacchino dalla cute.

VIRTU'. La virtù di quest'insetto è di effettuare delle evacuazioni sanguigne dai piccoli vasi, come pure dal tessuto cellulare delle parti fe rite dalle stesse; e così secondo la diversità del loro numero delle più o meno protratte effusioni di sangue che vi sussieguono, dell'età, e delle forze del paziente, riescono deprimenti più o meno l'attività del sistema irritativo, e quella troppo innalzata di parti locali.

USO. – 1. Nei casi in cui non è praticabile il salasso che sareb be però necessario, e ciò a motivo delle vene o troppo piccole o trop po profonde, a motivo della delicatezza dell'individuo ec. 2. Dopo sa lassi generali già praticati nelle flogosi parziali di organi interni, nella cui vicinanza possa aver luogo l'applicazione delle mignate; quindi nelle in ſiammazioni cerebrali, in quelle del petto, del ventre, del fegato, della vescica, della matrice ed altre; 5. Nelle flogosi di parti esterne del corpo da cui si può e si deve estrarre sangue nella maggior vicinanza possibile, come nelle oftalmie, nell'otite, nelle infiammazioni delle gengive, delle glaudule esterne, delle parti genitali; nelle emorroidi dolorose, nei tumori erettili, negli infarti ed anche negli esantemi cronici accompagnati da pienezza di sangue. 4. Nei flussi sanguigni sopressi normali od anormali divenuti per lor natura necessari. 

NUMERO DELLE SANGRISUGHE DA APPLICARSI: Pei fanciulli non sono da destinarsi secondo il numero degli anni, ma secondo l'individua lità del paziente e secondo il grado della malattia; nel caso summentovato segnato col N. 1. intorno l'uso delle sanguisughe, si applicherà solo un scar so numero delle stesse, oppure una sola alla piegatura del braccio inter namente od alle vene visibili del piede. (Berres nel Giornal Austriaco nuova appendice fasc. 1 o P. I. pag. 81. e Weigersheim nel Repertorio di Kleinert 1855 7bre pag. 42.) Per gli adulti rare volte più di venti in una sol volta. Si calcola la quantità del sangue succhiato da una sanguisuga, compreso quello che fluisce posteriormente nello spazio di un'ora all'incirca una mezz'oncia.

METODO D'APPLICAZIONE. –Appartiene l'indicar ciò alle istruzioni delle operazioni chirurgiche, per cui rimandiamo i lettori al Magazzino di Rust, vol. 27. parte 5 ed al 1 vol. del fu professor Zang: Quadro di operazioni chirurgiche. – Perchè le sanguisughe così ad una una conne in massa si appiglino ad un punto fissato per succhiarne il sangue, si segni il punto stesso, si tagli in un foglio di carte asciugante sui punti voluti piccoli fori, si innumidisca la carta e la si appliehi sulla pelle dell'ammalato in modo che gli anzidetti fori trovinsi soprapposti ai punti in discorso e su di essi si sovrapponga quel numero di sanguisughe voluto, affatto libere, avendo cura solo che esse non cadano dalla carta. Appena vengono questi insetti in contato con la carta asciugante strisciano essi con grande inquietudine sulla superficie scabrosa ad essi dispiacevole, in cui non possono appigliarsi e ciò finchè non trovino quelle pic cole aperture in cui introducono il loro capo e si danno tosto a morde re. Allorchè tutti succhiano, con cautela si sottrae loro a pezzi la carta bagnata e la si allontana. (Dalla Gazzetta Medico - Chirurgica della società medica di Prussia 1854 N. 42 ; nel Giornale di Smith pag. 255.) Che le sanguisughe più facilmente si appiglino alle parti state, alcuni minuti prima dell'applicazione, innumidite con birra tiepida, come rac comanda il D. Neuber di Apenrade, lo ho conformato io stesso con le mie esperienze.

Il modo di fermare il corso del sangue ostinato in seguito all'applica zione delle sanguette consiste: 1. Nel caso che trovisi un osso sotto i vasi feriti, vi si sovrapponga, esca, polvere di allume, di gomma arabica, o di colofonia, e nello stesso tempo vi si pratichi una compressione col mezzo d'una fasciatura compressiva, o della pressione dell'indice così protratta fino a che cessi la perdita di sangue. 2. Quando le parti sottopposte ai vasi feriti sono molli p. e. al collo, è il seguente mezzo, giusta le asserzioni del prof. Benedetto Wagner, il più pronto ed insieme il più facile sicuro e non doloroso. 1. Quando non v'è pericolo imminente, 15o si deterga la ferita e le circonferenze, indi si uniscano le labbra del la stessa col pollice ed indice di una o dell'altra mano, e nello stesso tempo formatasi una piccola piega della cute, la quale deve essere esclusivamente compressa fino a che una piccola enfiaggione della stessa (segno che le labbra della ferita sono chiuse) non ne dia il segnale alle dita comprimenti, dopo ciò le dita debbono con tutta cautela ed assai adaggio essere ritirate onde non riaprire la ferita, intanto che ritorna al proprio stato la pelle piegata. (Giornali Medici Austriaci, ultimi fascicoli Vol. 5. parte 4. pag. 647 ) Del resto si trova nei summentovati scritti ciò che vi ha di più importante a sapersi dal medico e dal chirurgo, così della natura come dell'uso terapeutico delle sanguisughe.

PREZZO. Si vegga la V. tavola alla fine dell'opera,

 

Fonte: books.google.it